Le strisce sono ‘’disegnate’’ grazie a un modello che si ripete in modo regolare e valido per tutte le strutture biologiche. Il matematico britannico aveva previsto che questi modelli sono generati da due sostanze, chiamate morfogeni.
La teoria di Alan Turing
Vi siete mai chiesti come mai i gatti soriani (ma anche altri felini) hanno il pelo a strisce? Le strisce sono ‘’disegnate’’ grazie a un modello che si ripete in modo regolare e valido per tutte le strutture biologiche, come le macchie dei leopardi e perfino le nervature del palato. Lo ha scoperto uno studio pubblicato sulla rivista Nature Genetics, che conferma la teoria formulata negli anni ‘50 da Alan Turing: nelle sue equazioni, il matematico britannico aveva previsto che questi modelli sono generati da due sostanze, chiamate morfogeni, che lavorano in coppia e della quali una ha il ruolo di “attivatore”, mentre l’altra è un “inibitore”. È quello che si chiama processo di diffusione che può dar luogo a schemi regolari e alternati.
Le molecole responsabili del motivo tabby
Ora, un team di genetisti ha scoperto che il processo di diffusione scoperto da Turing svolge un ruolo chiave nella creazione del tradizionale motivo tabby di alcuni gatti domestici. Il modello è evidente anche nel tessuto embrionale anche prima che i follicoli piliferi inizino a crescere. la risposta a questa domanda era legata a due proteine: due molecole, chiamate WNT e DKK4.
Così si formano «strisce» e «macchie» sul pelo
Nei gatti, la molecola WNT agisce come un attivatore, mentre la DKK4 funziona come inibitore. Sulla pelle scura di un micio, le quantità delle due molecole sono pressoché uguali. Ma nelle aree più chiare della pelle di un gatto, invece, la proteina DKK4, che può muoversi più rapidamente, “spegne” la WNT, impedendo così la produzione di pigmento Questo significa che si ferma la produzione di colore nei peli, e si generano strisce o macchie.
Fonte 🗞 Corriere della Sera