Spallanzani: animali da compagnia non diffondono il coronavirus.
Il nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) è arrivato anche in Italia e le autorità sanitarie – Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, ministero della Salute e Istituto superiore sanità – diramano un vademecum per fronteggiare l’emergenza. Tra i punti indicati c’è anche che “gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus”. Una indicazione che può semprare superflua ma che è meglio ribadire. La questione si è già posta in Cina, e qualche settimana fa è stata l’Organizzazione mondiale per la sanità a pronunciarsi: “Non ci sono prove della possibilità che il nuovo coronavirus possa diffondersi contagiando animali domestici come cani e gatti, ma comunque è buona norma lavarsi sempre le mani dopo averli accuditi, per evitare una serie di germi che si trasmettono con molta più facilità”, ricordava l’Oms in uno dei suoi “mythbusters” (“miti da sfatare”), informazioni diffuse per evitare fake news sull’epidemia.
L’OMS: SEMPRE BENE LAVARSI LE MANI, PROTEGGE COMUNQUE DA ALTRI BATTERI COMUNI
E non era nemmeno la prima volta che l’Oms lo spiegava: l’ha fatto nei primi giorni e ancora successivamente quando in Cina è scoppiata una psicosi-contagio con rischio di abbandoni e violenze nei confronti soprattutto dei cani, a torto indicati come una specie di “untori”. “Lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali – ricorda comunque l’Oms – protegge da vari batteri comuni come l’Escherichia Coli e la Salmonella, che possono trasmettersi tra animali e uomini”.
Qui il decalogo redatto dal Ministero della Salute e Istituto Superiore della Sanità.