Il credito sarà utilizzabile attraverso la dichiarazione dei redditi, fino ad un massimo di 500 euro per ogni animale di affezione, nel limite complessivo di 1 milione di euro per l’anno 2020 (se in 2mila lo richiedessero all’importo massimo, sarebbe già esaurito: un po’ pochino in un paese che conta 15 milioni di domestici solo tra cani e gatti… ma vabbè).
✅ I VETERINARI ANMVI: LA CRISI ECONOMICA NON METTA A REPENTAGLIO LA SALUTE DEI PETS
La proposta trova il sostegno dei medici veterinari di Anmvi, che ne danno notizia: “Ci aspettiamo che il Governo e il Parlamento approvino l’emendamento senza esitazioni – dichiara il presidente, Marco Melosi -. Durante l’emergenza gli animali da compagnia hanno dimostrato tutto il loro valore affettivo, sono stati un sostegno per molte famiglie, specie con bambini e anziani. Adesso, la crisi economica causata da Covid-19 non deve metterne a repentaglio la salute e il benessere”. In questo periodo, spiega Melosi, si è “nel vivo della prevenzione veterinaria e la profilassi contro vettori, anche zoonosici, non deve mancare”.
✅ DOPO IL LOCKDOWN MOLTI ANIMALI HANNO BISOGNO DI CURE RINVIATE TROPPO A LUNGO
“Inoltre, dopo mesi di limitazioni alla mobilità, stiamo rivedendo anche i pazienti animali che non hanno potuto raggiungerci durante la Fase 1 e che adesso hanno bisogno di riprendere terapie o di iniziarne di nuove”. Inoltre, adesso che sono riprese le adozioni dai canili e dai gattili così come le consegne di cuccioli di razza c’è un aumento generale dei bisogni di cura e di assistenza agli animali. Secondo un’indagine condotta da Anmvi, l’80% dei medici veterinari considera l’impoverimento economico dei proprietari come la più temibile conseguenza della pandemia sulla salute animale: “Sarebbe paradossale non aiutarli proprio ora”, conclude Melosi.
Fonte: Il Sole 24 Ore – Fonte Foto: Il Sole 24 Ore