Tra le misure annunciate c’è anche il sostegno dello Stato agli zoo che attueranno iniziative in favore degli animali custoditi. Decisioni che seguono un cambio di mentalità ormai diffuso in tutta Europa nei confronti dello sfruttamento della fauna selvatica con il fine dell’intrattenimento. Più di venti Paesi del Vecchio Continente hanno già limitato o proibito del tutto la presentazione degli animali nei circhi.
Il problema dello sfruttamento è avvertito anche nella stessa Francia dove, a detta del ministro, più di 400 comunità, tra cui la città di Marsiglia, hanno detto basta all’esposizione di tigri, elefanti, rinoceronti e leoni.
Dal ministro però nessun termine per la messa in atto di queste misure: “Fissare una data non risolve tutti i problemi, preferisco impostare un processo in modo che avvenga il più rapidamente possibile”, ha spiegato. Alla base di questa scelta c’è sicuramente il problema relativo alla gestione degli oltre 500 animali selvatici attualmente in cattività nei circhi: impossibile, secondo gli esperti, lasciarli liberi nel loro habitat senza un graduale ambientamento.
L’annuncio era stato preceduto dalle proteste dei professionisti e degli artisti circensi, che hanno individuato nelle misure ministeriali una “condanna a morte” per il loro lavoro.
“So quanto siano difficili per alcuni lavoratori gli annunci di oggi – ha voluto precisare il ministro – ma ho il dovere di non mentire a nessuno e di mostrare a tutti qual’è la strada che il nostro Paese vuole prendere. Faremo il possibile per aiutare tutti in questa transizione che abbiamo deciso di affrontare”.